Simbolo moderno di una generazione che ha fatto della ribellione al sistema uno stile di vita, il mitico Magic Bus è stato rimosso dal luogo in cui giaceva abbandonato da ormai alcuni decenni.
La decisione è stata inevitabile per le autorità che hanno ritenuto “pericoloso” questo simbolo, causa di numerosi interventi di soccorso richiesti nel corso di anni per recuperare appassionati escursionisti a caccia di emozioni.
Moltissimi, talvolta sprovveduti e disinformati, si avventuravano in questi luoghi impervi e selvaggi finendo nei guai (alcuni anche in modo tragico) per raggiungere il famoso pulmino scassato.
Veicolo che fu dimora di fortuna del giovane Chris McCandless, che nel lontano 1992 vi trascorse anche gli ultimi giorni della sua vita.
In fuga da una quotidianità soffocante e da un destino di cui non condivideva le aspirazioni conformiste, viaggiò per circa 2 anni per gli Usa con lo scopo di raggiungere la pace dei sensi per lui rappresentata dall’Alaska.
Fu proprio qui, che per una combinazione di casi, trovò la tanto cercata libertà . Una condizione precaria, che purtroppo, per i suoi fragili equilibri, celava le insidie che gli furono tristemente fatali.
Non rimane che ricordare e rievocare il mito delle sue imprese attraverso il film culto “Into the wild” diretto magistralmente da Sean Penn e lo stesso libro “Nelle terre estreme” scritto da Jon Krakauer, con le memorie di viaggio del ragazzo al quale si è ispirato il famoso regista per il suo film.